Fanpage e il caso Nabra Hassanen: quando l’islamofobia è una fake news

Uccisa in mezzo a una strada perché musulmana”. Così il titolo che il popolare sito progressista Fanpage ha dedicato a una triste vicenda di cronaca avvenuta negli Usa, dove una diciassettenne è stata picchiata a morte per strada.

Nell’articolo si conferma quanto affermato nel titolo: “secondo la polizia la causa scatenante dell’omicidio è stata l’odio razziale, sentimento che più volte il giovane aveva manifestato”.

Non c’è alcuna fonte indicata dall’articolista a sostegno di questa affermazione, ma in compenso la stampa Usa è unanime nel riportare l’esatto contrario: ossia che la polizia per ora non ha elementi per ritenerlo un crimine d’odio. Così NBC, New York Times e Washington Post, tanto per citare i più autorevoli.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, tra l’omicida, la ragazza e gli amici coetanei di quest’ultima sarebbe nato un alterco poiché il primo aveva guidato la propria macchina sul marciapiede. L’omicida avrebbe quindi aggredito i ragazzi, che si sono dati alla fuga, ma è purtroppo riuscito a raggiungere la giovane Nabra Hassanen colpendola con una mazza da baseball.

La sola voce che al momento imputa quanto avvenuto a un crimine d’odio è il padre di Nabra Hassanen: un uomo che non era presente ai fatti, che non conosceva l’omicida, che è distrutto dal dolore e com’è comprensibile starà cercando una ragione per capire perché sia toccata proprio a sua figlia questa sorte orribile e assurda.

Magari le indagini avranno una svolta di 180 gradi e si scoprirà davvero che Nabra Hassanen è stata aggredita e uccisa perché musulmana. Ma ora come ora, a meno che Fanpage abbia fonti interne alla polizia della Virginia e sconosciute a New York Times, Washington Post ecc., dobbiamo concludere che abbia scritto cose non vere, in un articolo condiviso a oggi 2166 volte su Facebook e votato 4,02/5 da 2166 utenti.

Tra i dettagli veri che Fanpage avrebbe potuto scrivere, invece, ci sono quelli circa l’identità dell’omicida, di cui sono citati solo nome ed età: Darwin Torres, ventiduenne. La testata progressista evita di sottolineare che si tratta di un immigrato clandestino proveniente da El Salvador.
Dettaglio omesso, forse, perché più della cronaca interessava la narrativa?

(di Daniele Scalea, Centro Machiavelli)