Lampedusa punisce il “sindaco dell’accoglienza”, Nicolini fuori dal consiglio comunale

Non è bastato il Premio UNESCO per la pace, non sono bastate le cene con Renzi ed Obama, non sono serviti i docufilm agli Oscar e la visita del papa; a nulla sono valsi gli elogi dei circoli bene di tutta comunità internazionale.

Giusi Nicolini (di cui avevamo già scritto), sindaco uscente di Lampedusa, diventata in questi anni il simbolo dell’accoglienza, non è stata riconfermata per un ulteriore mandato dai suoi elettori. Il risultato raggiunto (24,28%) la relega infatti al terzo posto tra i candidati, 955 voti che non solo le tolgono il ruolo di primo cittadino, ma che la escludono perfino dal consiglio comunale.

Una punizione severa quella inflitta dai lampedusani a colei che era diventata una vera e propria star, eretta da organizzazioni internazionali e giornali ad eroina moderna e protettrice dei bisognosi, “volto umano” di Lampedusa e dell’Europa.

Era troppo alto probabilmente il prezzo da pagare per tanta attenzione. Sì perché, al di là degli elogi, delle strette di mano, dei film e dei premi, il risultato delle urne torna a insinuare il dubbio che non sia poi tanto piacevole, per un abitante dell’isola, vivere in una situazione di costante emergenza, dovendo affrontare la quotidianità della vita in una realtà di soli 6000 abitanti letteralmente invasa da flotte di disperati (alcuni rifugiati e molti migranti economici), militari, ONG e apparati di solidarietà vari.

Una scelta, quella dei cittadini, che sconvolge sicuramente i tanti che, da lontano, proprio non riescono a capacitarsi di tanta barbarie. Insomma, sì, condizioni costantemente precarie, emergenze continue, pericoli sanitari, ma come si fa a non accettare tutto ciò se ti candidano all’Oscar, decantano le tue gesta e ti insigniscono di premi per la pace? Come si può, di fronte a questi riconoscimenti, chiedere che vi sia una politica migratoria che non consista nell’accoglienza totale indipendentemente dal fatto che se ne abbia o meno diritto?

I lampedusani non hanno capito. Non hanno percepito la bellezza dell’umanità di cui la Nicolini si era fatta portavoce preferendole Totò Martello (ex sindaco dell’isola, al 40,30%) che, sul flop dell’avversaria dice: “Nicolini? Non pervenuta. In questi anni ha solo proposto una mera accoglienza di facciata, mediatica, utile alla sua immagine. Qui bisogna rivedere tutto, anche la stessa presenza delle organizzazioni non governative.”

Il neo sindaco ci ha tenuto però a ribadire che, nonostante la richiesta di regole certe, “le nostre braccia rimarranno aperte”. Non è da escludersi dunque che i lampedusani possano, con questo nuovo mandato, imparare ad apprezzare “l’ammore” che la Nicolini è riuscita a trasmettere a tutti, meno che a loro.

(di Simone De Rosa)