Praga e il mistero del Golem, difensore del popolo ebraico

Si dice che Praga sia una delle città più misteriose e magiche d’Europa. Con i suoi ponti sul fiume Moldava e i suoi quartieri immutati nel tempo, fra le strade della città boema si sono intrecciate numerose storie e leggende. Una di queste è quella che riguarda la Sinagoga Vecchia-Nuova, situata nel vecchio quartiere ebraico, e il suo oscuro guardiano: il Golem.

Il Golem è, nella mitologia ebraica, un essere magico e antropomorfo, una specie di gigante di argilla che può essere costruito ed evocato solamente dai profondi conoscitori della Qabbalah. Grazie ad alcune formule magiche segrete, il mostro può essere utilizzato come servo e come guardia del corpo. In alcuni casi, inoltre, il Golem è stato utilizzato come ultima ed estrema difesa dal popolo ebraico durante i periodi delle persecuzioni.

Il termine Golem deriva dalla parola in lingua ebraica gelem (materia grezza), lo stesso termine che nel Tanakh viene usato per indicare il corpo di Adamo non ancora dotato di anima. Gelem può anche essere tradotto come embrione, nel senso di forma di vita primordiale e incompleta. Il primo testo in cui si parla del Golem è il Sefer Yetzirah, o Libro della Creazione. Si tratta di uno dei più famosi e importanti libri dell’esoterismo giudaico, e secondo la tradizione conterrebbe proprio le formule per evocare il gigante d’argilla.

Profondo conoscitore del Sefer Yetzirah fu sicuramente il rabbino di Praga Judah Loew ben Bezalel. Nato probabilmente in Polonia nei primi anni del ‘500, Judah Loew è passato alla storia come uno dei più famosi e influenti capi della comunità ebraica boema. Egli era inoltre un grande esperto di Qabbalah, nonché un appassionato di magia ed esoterismo. Secondo la leggenda, fu proprio Judah Loew a plasmare nel 1580 il Golem di Praga. Per farlo, usò significativamente il fango del fiume Moldava.

In verità il rabbino costruì ed evocò diversi Golem nel corso della sua vita, plasmandoli sempre dal fango e dall’argilla del Moldava. Una volta soddisfatto della forma che aveva dato, Judah Loew incideva sulla fronte del costrutto le lettere ebraiche אמת, che si traducono con verità (emet). Queste semplici parole davano al Golem la vita. Il rabbino era poi solito usarlo come servo e come schiavo. Togliendo la prima lettera sulla fronte della creatura, Loew poteva invece liberarsene. Se emet vuol dire infatti verità, met significa morte ed è la formula usata per distruggere il Golem.

Ovviamente quando si ha a che fare con la magia e con le creature magiche è facile perdere il controllo delle stesse. E’ proprio quello che capitò a Judah Loew ben Bezalel col suo ultimo Golem. Il gigante d’argilla imperversò infatti per diversi giorni nel quartiere ebraico di Praga, distruggendo edifici e seminando la morte. Il rabbino riuscì con molta fatica a riprendere il controllo del mostro e, reputando quanto accaduto un castigo di Dio, decise di non servirsi più del Golem. La creatura venne quindi nascosta nella soffitta della Sinagoga Vecchia-Nuova, dove secondo la leggenda è tutt’ora custodita.

Ma il Golem di Praga del rabbino Judah Loew non è che uno dei tanti presenti nelle leggende ebraiche. La cittadina di Oria, in Puglia, durante il Medioevo era famosa per i Golem creati dai suoi abitanti di fede ebraica. Ahimaaz ben Paltiel, storico ebreo nato a Capua nel 1017, racconta come Dio in persona impose ai rabbini di Oria di smettere con il creare giganti d’argilla. Un altro famoso Golem medievale è quello di Benevento, scoperto nelle segrete di un palazzo dal sapiente Ahron di Baghdad. In questo caso però non si trattava di un gigante, bensì di un ragazzo costruito col fango e a cui una pergamena magica aveva donato la vita.

Quella del Golem è una leggenda che presenta similitudini con altre storie coeve, come ad esempio l’Homunculus alchemico. Non è inoltre da escludere che essa abbia in qualche modo ispirato l’idea di androide. Golem, nell’ebraico moderno, vuole infatti anche significare robot.

Il Golem è il protettore del popolo ebraico, e solo un profondo conoscitore della cultura giudaica può sperare di evocarlo. Ma il Golem è anche una creatura pericolosa, che può sfuggire al controllo del suo stesso creatore. In ciò sta forse l’insegnamento più importante di questa leggenda. Il gigante d’argilla rappresenta quella verità che bisogna incidergli sulla fronte per dargli la vita. Una verità che è potere e forza, ma che se viene usata in maniera sbagliata può ritorcersi contro chi la possiede.

(di Andrea Tabacchini)