Per difendere le ONG, anche lo sciacallaggio contro la Guardia Costiera va bene

La “questione Serracchiani” ha distolto l’attenzione sui veri sciacalli della settimana. Lo sciacallo d’oro della settimana va a L’Espresso.

Che corre in aiuto delle ONG che operano nel Mediterraneo nel modo più infimo immaginabile. Ripescando un’inchiesta ancora al vaglio della magistratura (ma è Carmelo Zuccaro l’esibizionista, sia chiaro) .

Il naufragio dell’ ottobre 2013. 368 morti. Con un tempismo al sapore di speculazione, con intercettazioni pubblicate ad hoc, oggi L’Espresso cerca in maniera ipocrita, perché velata, senza avere il coraggio di puntare il dito, di accollare la responsabilità di quel naufragio a chi?


Chiaramente alla Guardia Costiera, nonostante sia stata l’unica ad intervenire, purtroppo in ritardo quando la competenza nella fattispecie, per vicinanza, fosse invece maltese. Dall’isola si ignorano infatti ben due SOS, rispondendo solo quando la guardia costiera iniziava a parlare con la nave.

Gettare fango sulla Guardia Costiera che da ormai 6 anni non fa che soccorrere migranti, delegittimarla praticamente ad orologeria, dev’essere una professione redditizia.

Tirare fuori dal cilindro un episodio su cui la magistratura non si è espressa ancora, un tagli e cuci ad hoc per “evidenziare” demeriti della Guardia stessa e l’importanza delle ONG è la naturale conseguenza.

Quando farlo? Ma naturale, proprio oggi, proprio in questo periodo. Ripescare dal torbido un episodio, una tragedia, dei bambini, dei morti. Ed usarli non a perenne memoria, ma “contro”.

Dall’ottobre 2013 le ONG nel Mediterraneo sono aumentate del 300%. I morti raddoppiati. Un’inchiesta ad orologeria atta a provare qualcosa che alla fine….è improbabile. Gesti disperati che fanno salire ancora di più dubbi.

Uno su tutti: le inchieste di Catania, Trapani, Reggio Calabria e Bari…sono vasi di Pandora.

(di Luigi Ciancio)