La ricetta di Marine Le Pen per salvare la Francia e l’Europa

Traduciamo di seguito alcuni punti salienti del recente dibattito tra Marine Le Pen ed Emmanuel Macron, concentrandoci sulle dichiarazioni della prima. 

Salvaguardia dell’Identità

“Io amo la Francia così com’è, la Francia millenaria, con la sua cultura, con il suo patrimonio, con la sua lingua che lei [Macron] non vuole difendere; insomma, con quella cultura che secondo il signor Macron non esiste, con le sue frontiere, perché senza frontiere non può esservi un paese realmente libero e indipendente, con il suo popolo che merita di essere trattato in un modo migliore e non di essere gettato in una guerra fratricida il cui unico scopo è quello di permettere a una minoranza di ottenere il massimo profitto possibile. Questa è la Francia che lei [Macron] vuole, vale a dire una Francia aperta ed esposta a tutti i venti.

Lei ripete in cosntinuazione questo concetto, si definisce il “candidato dell’apertura”. Invece lei è proprio tutto il contrario, lei è il candidato della chiusura. Della chiusura delle fabbriche, dei posti di polizia, degli ospedali. L’unica cosa che lei non vuole chiudere sono precisamente le frontiere, lei vuole abbandonare la Francia alle conseguenze di una massiccia invasion, perché questo è quello che i vari padroni suoi amici si attendono da lei, in modo da poter abbassare i salari con più facilità. È proprio per questo che lei è andato in Algeria, per poter vendere l’illusione di un’autostrada migratoria tra l’Algeria e la Francia. Lei è tra le mani dei communautaristes [espressione francese che indica una logica di promozione delle minoranze nella società].

Lei parla di unità, ma il comunitarismo è il contrario dell’unità, il contrario dell’unione della Francia e dei francesi fra di loro, signor Macron. Questo è esattamente il progetto che mira a destrutturare il nostro paese e a indebolirlo, in quanto questo faciliterà il lavoro delle potenze finanziarie che sono effettivamente dietro di lei e che cercano di trarre il massimo profitto dal nostro paese, che se ne vogliono servire anziché servirlo”.

Imperialismo

“Lei ha parlato della Francia affermando che la Francia sarà rispettata in quanto “grande Potenza economica” e via dicendo. No, la Francia sarà rispettata se sarà la Francia, se ritornerà effettivamente a essere la Francia, con quella voce particolare che si faceva intendere nel mondo; il mondo attende la Francia, e la Francia ha perso quella sua voce particolare, perché si è sottomessa alla Germania, si è sottomessa alle politiche statunitensi; la Francia deve quindi ritrovare la sua indipendenza, un concetto che, mi dispiace doverglielo ricordare, il generale de Gaulle aveva espresso più e più volte: l’indipendenza della voce della Francia nel mondo. Per ottenere questa indipendenza, è necessario che la Francia non si sottometta alla visione imperialista degli uni de degli altri. Perché vede, è anche questo che crea la guerra.

In realtà, è proprio questo che crea la guerra. Il contrario dell’imperialismo è il rispetto di tutte le nazioni. Io credo che la Francia debba tornare a essere un paese rispettoso di tutte le nazioni. Rispettoso dell’identità e della cultura altrui, rispettoso anche dei sistemi di organizzazione politica altrui. Lei è uno specialista della moralizzazione, del dare lezioni morali alla terra intera. No, in realtà non alla terra intera. È anche questo il problema: sempre due pesi e due misure. Ci sono quelli a cui date lezioni morali, e poi ci sono quelli che sono amici vostri, come per esempio l’Arabia Saudita, che invece non ricevono lezioni morali. […] La prego, signor Macron, smetta di interrompermi. […] Avrà tempo di rispondermi, ora per favore mi lasci finire. Sia cortese. [Macron interrompe e parla della posizione di MLP a proposito della Russia.

Risposta di MLP] Non abbiamo alcuna ragione di condurre una Guerra Fredda. Avviamo invece tutte le ragioni di instaurare con la Russia delle relazioni che siano diplomatiche, strategiche e commerciali, perché si tratta di una grande nazione che non ha mai espresso ostilità nei confronti della Francia. Ancora una volta, sottolineo che la Francia è al di fuori di quelle che possono essere le relazioni tra Russia e Stati Uniti. […] Vorrei dire che in un mondo che cambia, signor Macron, in un mondo impegnato a fare delle scelte che sono esattamente il contrario delle sue, in un mondo determinato a difendere la propria indipendenza con forme intelligenti di protezionismo e a opporsi a ingerenze sistematiche; ebbene, io sono dei due la persona che si trova nella posizione migliore per parlare a quell mondo […] Lei è riuscito a irritare tutti quanti, a dare lezioni morali a tutti quanti. Io non trovo che sia questo il modo giusto di fare della diplomazia e di farci intendere nel mondo. Se noi non siamo in grado di ritrovare il nostro posto, di ritrovare quella voce che è la voce dell’indipendenza, della sovranità, della difesa dei popoli, allora la Francia non farà il suo grande ritorno, e continuerà a essere considerata nella stessa maniera in cui la signora Merkel ci considera ormai di parecchi anni”.

Trattato di libero scambio

“Noi vogliamo che l’Unione Europea lasci il posto a un’alleanza europea di nazioni libere e sovrane. Questa visione era la visione originaria dell’Europa, la visione di un’Europa in cui i popoli possano conservare la propria sovranità, vale a dire la libertà di scegliere per se stessi, attraverso per esempio l’esercizio del controllo delle proprie frontiere e la facoltà di decidere chi può o non può entrare sul territorio nazionale.

I popoli avranno il controllo della propria moneta, in modo da poterla adattare alla loro economia ed evitare così la situazione che ben conosciamo di disoccupazione di massa e perdita di competitività, perdita di competitività che il signor Macron vuole risolvere abbassando i salari ed eliminando l’indennità di disoccupazione, il che tradotto in altre parole equivale allo smantellamento della protezione sociale. Noi vogliamo un paese in cui, nel momento in cui i rappresentanti del popolo francese voteranno delle leggi, quelle leggi avranno un’autorità superiore rispetto alle direttive imposte da commissari di cui nessuno conosce il nome o la faccia, e che soprattutto nessuno ha mai eletto.

Noi ritroveremo la sovranità economica, vale a dire la libertà di esercitare il patriottismo economico, dando vantaggi alle nostre imprese francesi nel mercato pubblico; ritroveremo la libertà di praticare un protezionismo intelligente, applicando delle barriere necessarie affinché non vi siano prodotti stranieri a fare concorrenza danneggiando la sanità, la società e l’ambiente. Avremo inoltre il controllo della nostra politica commerciale, signor Macron; so che lei è a favore del CETA e del TAFTA, vale a dire a favore di accordi di libero scambio che ci vengono imposti, non sono decisi da noi e hanno ripercussioni gravissime per la nostra agricolutura, per i nostril allevatori per la nostra industria, e che hanno soprattutto delle conseguenze devastanti in materia di sanità. I prodotti che arrivano in questo modo sul nostro mercato non sono sottomessi alle medesime norme di sicurezza imposte ai nostril agricoltori e industriali, norme imposte beninteso per la salvaguardia della salute e della sicurezza dei nostri compatrioti.

Dunque, io mi auguro si possano iniziare i negoziati per far nascere quest’alleanza europea e che si possa organizzare una conferenza per capi di stato e di governo sul modello della conferenza di Messina, indicendo parallelamente un referendum costituzionale che presenterò ai francesi. […] Questo referendum avrà luogo precisamente a settembre, un referendum attraverso il quale indicherò che ogni nuova legge avrà un’autorità superiore rispetto ai precedenti trattati europei […].

(di Maria Teresa Marino)