Le forze armate della Corea del Nord

Si ha la sensazione che un conflitto potrebbe scoppiare da un momento all’altro. Penso che tutte le parti interessate dovrebbero mantenere alta la vigilanza per quanto riguarda questa situazione”.

Questo il commento rilasciato dal ministro degli Esteri cinese Wang Yi. Una dichiarazione più che appropriata, almeno nella sua seconda parte, non sicuramente nella prima. Perché per quanto il regime di Kim Jong-un mostri i muscoli e ringhi contro gli Stati Uniti d’America, ciò non vuole dire che effettivamente cerchi uno scontro militare.

Che gli USA non siano più la prima superpotenza militare del mondo è ormai sapere comune, per due volte infatti la macchina bellica americana è stata sconfitta: la prima volta da contadini vietnamiti armati di pazienza, determinazione e kalashnikov; la seconda volta invece da attacchi suicidi, autobombe e un’estenuante tattica di guerriglia in Iraq ed Afghanistan. A queste sconfitte si è aggiunta la vertiginosa crescita e modernizzazione dell’esercito cinese e l’inaspettata efficienza e potenza di quello russo. Ciononostante i motivi per cui gli USA non attaccheranno la Corea del Nord sono ben più numerosi e di natura politica che vanno dall’alleanza difensiva che questa ha con la Cina fino al 2020, al desiderio di Corea del Sud e Giappone di evitare lo scontro bellico.

Ma se il Pentagono dovesse attaccare, come risponderebbe la Corea di Kim Jong-un? Quali sono le reali forze militari coreane?

La Korea del Nord era, nel 2010, il quarto esercito al mondo per numero di soldati, i dati sono infatti impressionanti: con all’attivo un servizio militare di dieci anni per gli uomini e poco meno per le donne, le forze di fanterie del supremo leader ammontano intorno ad un milione e centomila unità. Con i riservisti della guardia rossa e dei contadini arriviamo anche a sette milioni di soldati. È senza dubbio il paese più militarizzato al mondo. Per quanto riguarda gli armamenti bellici i nordcoreani hanno un gusto prettamente sciovinista: ogni loro arma è infatti una rivisitazione – parliamo anche di piccole modifiche- di armi russe o cinesi degli anni sessanta/settanta.

In verità non siamo forniti di dati ufficiali e scientifici per quanto riguarda le attrezzature dell’esercito, ma ciò che sappiamo lo evinciamo dalle pompose parate in onore del fondatore della patria (l’ultima del 15 aprile).

La strategia che sta alla base dell’esercito nordcoreano è di stampo squisitamente sovietico, essi infatti hanno ereditato la dottrina dell’“esercito di popolo” per portarla ai suoi massimi estremi. Tutto è militarizzato, e ciò che conta secondo i generali di Kim non è la mobilità o la velocità di reazione, bensì la massa d’urto. Non esiste una prima o una seconda linea, tutto l’esercito è in contatto con il nemico, e da ciò deriva la necessita di un parco d’artiglieria non indifferente. La massa della fanteria ha bisogno di una continua copertura in movimento che può essere garantita solo da artiglieria semovente e carri armati. Questi ultimi sono un altro prodotto della sapienza coreana. Il carro in dotazione all’esercito infatti, il Ch’ŏnma-ho, è la rivisitazione di un T-62 sovietico di cui si conoscono almeno cinque diverse varianti.

Artiglieria semovente su cingolato della Korea del Nord durante una delle festose parate di regime.

Benché la Corea del Nord disponga di un parco d’artiglieria di ben diecimila pezzi, essi non sono in verità totalmente efficienti, essendo affiancati, insieme ai pezzi più moderni, anche dai cannoni più datati. “Non si butta via niente“, è questa la mentalità socialista nordcoreana. Negli anni ottanta l’esercito è stato riorganizzato e riequipaggiato in maniera lodevole, ma ciò non basterebbe a sanare la profonda lacuna tecnologica. Vera minaccia che la Corea di Kim può paventare al mondo è la missilistica. Con dei missili a medio, corto ed ampio raggio la Corea può, vista anche la sua posizione geografica, devastare in poco tempo Giappone e Corea del Sud.

È questo il vero motivo per cui non si arriverà mai ad un vero scontro interno: la forza bellica USA non può infatti garantire ai suoi alleati la completa protezione dai razzi della Corea socialista, che, cadendo in aree estremamente popolate come Giappone e Corea del Sud, causerebbero molto probabilmente un’ecatombe.

Le altre due branche della marina e dell’aereonautica hanno in verità il solo obbiettivo della difesa, priorità massima va all’esercito, mentre queste altre due armi sono considerate di secondo piano.

Quello nordcoreano è dunque un esercito antiquato, che punta ancora sul numero e sulla quantità invece che sulla qualità. Questo perchè non è un esercito pensato per vincere una guerra, bensì per scongiurarla ma allo stesso tempo minacciarla: è un esercito da bluff. 

Pure Saddam in verità vantava, prima di Desert Storm, uno degli eserciti più grandi al mondo che a suo dire era anche estremamente motivato e potente come il “martello di Dio” contro gli infedeli; ma poi questo fantomatico martello si sciolse come neve al sole. Se per la Corea del Nord sarà lo stesso di fronte ad un’invasione USA non possiamo saperlo, e non lo sapremo mai, perché grazie alla attuale coincidenza geopolitica e alla situazione internazionale una guerra non ci sarà per per molti anni ancora; anche perché, a differenza di Saddam, Gheddafi o Assad, Kim possiede la Bomba.

(di Marco Franzoni)