La Russia di Putin, parlano Sangiuliano e D’Alema

Si è svolta presso l’aula Vittorio Foa del dipartimento di Scienze politiche dell’Università degli Studi di Salerno un incontro dal titolo “La Russia di Putin e la sfida all’Europa”. Ad intervenire, dopo i saluti del Magnifico Rettore Aurelio Tommasetti, il vicedirettore del Tg1 Gennaro Sangiuliano e l’ex Presidente del Consiglio, e recente scissionista della minoranza Pd, Massimo D’Alema.

Moderati dal giovane dottorando Antonio Santoro, i due relatori si sono soffermati sul ruolo svolto dal presidente russo Vladimir Putin nel panorama europeo. Il direttore Sangiuliano, autore del libro biografico “Putin. Vita di uno zar” edito da Mondadori, ha ricordato la provenienza umile dell’attuale leader russo cresciuto in una kommunalka, una casa collettiva condivisa da più nuclei familiari, e le passate esperienze militari, per i servizi segreti russi del Kgb, e politiche, in qualità di vicesindaco di Leningrado (oggi San Pietroburgo).

Con uno sguardo alla politica estera perpetrata in questi anni entrambi i relatori hanno convenuto sull’errore dell’Occidente nel portare a ridosso del confine russo le basi Nato. L’intervento di Massimo D’Alema, più critico sulla figura di Putin, ha interessato la crescente preoccupazione della vecchia social-democrazia europea verso i nascenti nazionalismi fino a criticare la scelta del Cremlino di scegliere come propri interlocutori i leader populisti di estrema destra come Marine Le Pen in Francia e Matteo Salvini in Italia.

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Un vero e proprio paradosso, ha ribadito D’Alema, stando al passato della potenza russa e ai legami che l’Unione Sovietica aveva con i partiti comunisti dell’Europa occidentale. Tra i vari aneddoti offerti dal rappresentante della nuova forza politica dei Democratici Progressisti sono risaltati quelli relativi ad una delle nuove forze emerse nel mondo multipolare inaugurato dall’elezione di Trump: la Cina. La differenza con la Russia, secondo D’Alema, starebbe nella capacità della classe dirigente cinese di una prospettiva di lungo periodo in grado di permettere loro un recupero e un sopravanzamento dell’antica potenza unipolare statunitense.

Conclusi gli interventi Sangiuliano e D’Alema hanno risposto alle domande arrivate dal pubblico relative all’economia russa e al ruolo dell’Italia in qualità di potenza mediterranea. Sangiuliano si è soffermato sulle capacità di diversificazione della produzione russa legata da sempre sia ad un’industria estrattiva non solo di idrocarburi ma anche di materie prime come oro, diamanti e cobalto sia ad un’alta tecnologizzazione e specializzazione in ingegneria e fisica.

L’auspicio finale del presidente D’Alema ha aperto alle imminenti elezioni presidenziali francesi in cui il primo Presidente del Consiglio italiano post-comunista voterebbe per il leader centrista Emmanuel Macron per scongiurare la vittoria di Marine Le Pen e aprire ad una nuova stagione di centrosinistra nel continente.

(di Luca Lezzi)