Rapporti USA-UE: criticare è sbagliato, ma solo se lo fa Trump

Il doppiopesismo, si sa, è pratica comune, e società “colta” e media sono veri e propri fuoriclasse della categoria. Succede quindi che se Trump critica l’euro e l’UE a spinta tedesca ci si lancia nelle reazioni più sconvolte “Scandalo! Pericolo ,guerra…”, mentre, buttando un occhio, anche solo al recentissimo passato si può facilmente notare una netta asimmetria nell’indignazione. Guardiamo quindi cosa affermava, il 1 novembre 2013, il governo Obama tramite il rapporto del ministero del tesoro USA:

La Germania ha mantenuto un largo surplus corrente attraverso tutta la crisi finanziaria dell’area euro e nel 2012 l’avanzo nominale della bilancia dei pagamenti è stato superiore a quello della Cina”.

La bocciatura e’ completa:

All’interno dell’area dell’euro, i Paesi con ampi e persistenti eccedenze dovrebbero agire per stimolare la crescita della domanda interna e ridurre le eccedenze.” Inoltre evidenti sono le accuse rivolte alla Germania in merito alla crisi dei Paesi periferici della zona Euro, e di una deflazione su scala mondiale:

Il ritmo anemico di crescita della domanda interna tedesca e la dipendenza dalle esportazioni della Germania hanno ostacolato il riequilibrio; in un momento in cui molti altri Paesi della zona euro sono stati sottoposti a forti pressioni per ridurre la domanda e comprimere le importazioni al fine di promuovere l’adeguamento. Il risultato netto è stata una deflazione per la zona euro, così come per l’economia mondiale.”

In particolare il tesoro sembra non gradire la riluttanza della Germania a far lievitare i salari e a usare la leva del debito per stimolare la domanda interna.

Una forte crescita della domanda interna nelle economie europee in eccedenza , in particolare in Germania , contribuirebbe a facilitare un riequilibrio duraturo degli squilibri nella zona euro”.
Gli esperti del Tesoro restano scettici sulla capacità dell’Eurozona di risolvere i propri problemi a causa di una politica di austerity mentre servirebbe una politica anticiclica.

Restiamo preoccupati per il ritmo appropriato di consolidamento e per la necessità di fornire spazio a politiche anticicliche, garantendo percorsi credibili per la sostenibilità fiscale nel corso di un periodo di tempo che è sensibile agli sviluppi congiunturali.
La paura statunitense è rivolta a una nuova crisi europea che potrebbe danneggiare la ripresa statunitense.

I rischi di battute d’arresto nelle politiche per affrontare le vulnerabilità delle economie periferiche e della struttura istituzionale della zona euro rimangono significativi.”

Che dire, il rapporto dell’amministrazione Obama appare tutt’altro che in linea con le politiche europee e a dir poco critico sul ruolo tedesco. Ma se invece lo dice Trump…

(di Luigi Ciancio)