Italia maschilista e violenta? Balla smentita dalle statistiche

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Contrordine compagne.

La leggenda del maschio italiano violento, latino machista, baffuto, con la canotta sporca di sugo che rientra e mena la moglie per la sola pasta scotta, mentre in Svezia e in tutto il nord Europa le donne vivono in un harem fatto di uomini disponibili e gentili,  non ha più ragione di esistere.

E non sono maschilisti fondamentalisti, irati da cotanto luogo comune a sostenerlo, ma la statistica, i numeri che, come sosteneva Gramsci, hanno la testa dura, e per il quarto anno consecutivo. Aggiungiamoci poi che non sono nemmeno numeri frutto di istituti di statistica commissionati da “Men’s healt” o da qualche altra rivista maschilista ad affermarlo, ma l’UE.

Infatti, secondo i dati dell’Agenzia per i diritti fondamentali dell’Unione Europea, i Paesi in cui la violenza contro il gentil sesso (fisica e/o sessuale) è più comune sono proprio quelli a Nord del vecchio continente. L’Italia si ferma ben al di sotto della media, per lo sconforto dell’uomo medio meridionale in baffo e lupara e, soprattutto, delle femministe urlanti nostrane, sostenitrici del “la nostra è una società violenta basata sul patriarcato medioevale”. Nel nostro Paese le donne vittime di violenza fisica o sessuale dai 15 anni in su rappresentano il 27%, contro il 52% della Danimarca, il 47% della Finlandia e il 46% della Svezia. Non cambia il discorso per quanto riguarda la violenza subita specificamente dai partner, l’Italia è terzultima (15-20%), mentre nella parte alta della classifica si confermano i Paesi del Nord Europa e i Paesi dell’Est.

I più scettici, oggi, riguardo a queste statistiche saranno senza dubbio pronti a sventolare la differenza della violenza percepita rammentando della poca inclinazione delle donne italiane e del sud Europa a denunciare. Fermo restando che, se ci fosse bisogno di ribadirlo, la violenza è aberrante sempre e a prescindere, la questione di ciò che è più o meno percepito o denunciato andrebbe, se diamo per buono il ragionamento, sempre tenuta conto, in tutti gli ambiti e non solo quando l’Italia finisce in fondo alle classifiche.

Perché, se l’Italia è prima nelle statistiche per corruzione e mafia, ad esempio, non si tiene conto di eventuali mancate denunce di questi episodi nei paesi del nord Europa? Il discorso su ciò che non viene o meno percepito o denunciato “sterilizzerebbe” quindi qualsiasi sondaggio o statistica. Nessuno più dovrebbe essere credibile o veritiero. Ergo, la statistica o è sempre affidabile, anche quando è positiva per il nostro Paese e smonta il luogo comune; in caso contrario non lo è mai. E allora, femministe fondamentaliste e anti-italiani a prescindere rasserenatevi. In tutta Europa, ahimè, la violenza è diffusa e in alcuni Paesi del nord, nonostante i vostri pregiudizi, lo è anche di più.

(di Luigi Ciancio)

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