300 mila nuovi posti di lavoro: il boom siglato da Trump

298 mila nuovi posti di lavoro nel mese di febbraio negli Stati Uniti. E’ risultato straordinario, sopra ogni più rosea aspettativa,  che ha ottenuto l’amministrazione Trump, Lo certifica il rapporto stilato da ADP, che ha raccolto i primi dati sul lavoro dopo l’insediamento alla Casa Bianca del tycoon.  Lo stesso presidente, in un tweet, si è sorpreso per un numero “più alto del previsto” di nuovi posti di lavoro.

Secondo il rapporto, il mese di febbraio ha registrato una crescita di assunzione che non si vedeva da agosto 2015: i posti di lavoro nel settore dell’edilizia sono aumentati di 66 mila unità, mentre quelli dell’ambito manifatturiero di 32 mila.

Donald Trump si è impegnato, durante la campagna elettorale, a migliorare notevolmente il mercato del lavoro degli Stati Uniti in questi settori, cercando di attirare imprese dall’estero e di contrastare la delocalizzazione delle imprese americane verso il Messico e l’estero in generale.

Il lavoro è un pilastro del suo America First e della sua visione mercantilistica, sottovalutata dalla stragrande maggioranza dei mass media: visione che, almeno per il momento, dando i suoi frutti. Se poi The Donald riuscirà, anche in politica estera, a sfuggire dalla morsa del deep state e a cambiare la narrazione nei rapporti geopolitici internazionali, portando ad un effettivo ridimensionamento dell’imperialismo USA, questo è tutto da vedere.

Trump, come spiega il Daily Mail, ha anche promesso 1 trilione di dollari investimenti nelle infrastrutture, un’altro intervento finalizzato alla creazione di nuovi posti di lavoro. “Il mese di febbraio – spiega Ahu Yildirmaz, vice presidente del Research Institute ADP – è stato un mese incredibilmente positivo per l’occupazione, come non si vedeva da anni”.

(di Roberto Vivaldelli)