Il generale di Assad che terrorizza l’ISIS

Sotto assedio dell’ISIS da oltre 3 anni e mezzo, con risorse e uomini limitati poiché impegnati in altri fronti, vittima di infamie come quella del 17 settembre 2016 da parte della coalizione a guida statunitense che gli ha fatto perdere importanti punti strategici, riesce tuttavia a garantire la sicurezza dei 120.000 civili intrappolati a Deir el-Zor.

Issam Zahreddine, Maggiore Generale della Guardia Repubblicana Siriana, come il Presidente Bashar al-Assad, sta scrivendo pagine e pagine di storia nella lotta al terrorismo salafita eterodiretto dagli Stati del Golfo con il beneplacito, più o meno esplicito, dell’Occidente. Di etnia drusa, branca dello sciismo del quale fanno parte anche gli alawiti – gruppo religioso minoritario a cui appartiene la famiglia Assad -, Issam Zahreddine nasce a Tarba (governatorato di As-Suwayda) nel 1961. Dopo aver prestato il servizio militare obbligatorio nella Milizia Popolare del Partito Ba’ath nel 1980, nel 1982 entra a far parte delle Forze Speciali dei Paracadutisti dell’Aeronautica.

In quell’anno la Siria è scossa dai fatti di Hama, in cui circa 40.000 militanti terroristi dei Fratelli Musulmani – desiderosi di traghettare la Siria in un’ottica oscurantista in seguito ad un ipotetico golpe – furono sterminati per vendetta dall’allora Presidente Hafez al-Assad, il quale fu più volte oggetto, nei 6 anni precedenti al massacro, di attentati dinamitardi alla sua vita, fortunatamente – per la Siria ed il suo popolo – tutti scampati.

Nel 1987 entra a far parte della Guardia Repubblicana Siriana come ufficiale di fanteria. Qui avrà modo di conoscere la personalità mite di Bashar al-Assad, il quale ne diventerà il comandante dopo l’improvvisa morte di Basil al-Assad in un incidente stradale nel 1994. Il ruolo di Issam Zahreddine all’interno del conflitto siriano è malvisto dalla comunità a cui appartiene. Molte personalità di spicco druse, infatti, specialmente agli albori, hanno dichiarato che stesse combattendo contro il suo stesso popolo e che meritasse la pena di morte.

Inizialmente di stanza ad Aleppo Ovest per coordinare le offensive contro la parte orientale, (controllata, fino al 13 dicembre 2016, dai salafiti di Ahrar al-Sham, Jabhat al-Nusra, Jaysh al-Islam e Nur al-Din Zanki) a causa del decesso, nel 2013, del Maggiore Generale, Jameh, viene trasferito a Deir el-Zor. Qui si tingerà di gloria.

Il 21 novembre 2015, in inferiorità numerica in termini di uomini e mezzi, riesce a respingere una massiccia offensiva dello Stato Islamico contribuendo alla difesa e al mantenimento della base aerea della città, oggi più che mai a rischio. Il 17 gennaio 2016, dopo un massacro dell’ISIS che costò la vita ad oltre 300 civili, si vendica concentrando gli attacchi principali nei quartieri di Ayyash, Haweeqa e al-Bughayliyah, riuscendo ad eliminare Abu Hamza al-Ansari, il comandante dello Stato Islamico nella città. Il 07 luglio 2016, dopo aver respinto con successo tre attacchi dei tagliagole, fornisce le coordinate ai MIG-29SM e ai Su-24, che distruggeranno il loro centro di comando.

Riuscirà a ripetere tali imprese? Noi lo speriamo, vivamente.

(di Davide Pellegrino)