L’infinita leggenda Federer

A sei mesi dal rientro per infortunio e a quasi 36 anni di età, nel suo primo torneo dopo lo stop forzato, Roger Federer trionfa nel primo Slam dell’anno, sul campo della Rod Laver Arena degli Australian Open di Melbourne, mettendo in bacheca il suo diciottesimo torneo del Grande Slam (record assoluto) in carriera.

La finale è quella che ogni amante del tennis avrebbe voluto, ma che quasi nessuno avrebbe sperato contro l’avversario di sempre, lo spagnolo Rafael Nadal, anch’egli rientrante da un infortunio. Una folla esaltata ha accolto i due campioni sul centrale di Melbourne. Entrambi ritenuti da molti “finiti” a certi livelli, hanno prodotto uno spettacolo sportivo da incidere nel cronicario mondiale di questo sport.

I due eterni rivali hanno portato il match fino al 5° set, dove la costanza mentale e la classe infinita di Federer hanno avuto la meglio sul gioco martellante fatto di rovesci incrociati e dritti in top spin di Nadal. Lo svizzero e lo spagnolo si erano già incontrati qui in finale, nel 2009, e allora era stato il secondo a spuntarla.

Federer, nonostatante la sua indiscussa superiorità tecnica, ha sempre sofferto “storicamente” il tipo di gioco di Nadal, sopratutto negli scambi da fondo tirati a lungo, dove la maggior velocità e resistenza dello spagnolo avevano avuto spesso la meglio.

Oggi la storia è stata diversa, Roger ha mantenuto una tenuta mentale e aggressiva costante, cedendo poco campo all’avversario. La dimostrazione la si è avuta al 5°set, quando sotto di 3-1  è riuscito ha infilare una serie positiva di punti e game che gli ha permesso di recuperare il break di svantaggio, rubando il servizio e portandosi sul 5-3, per poi andare a chiudere il match al servizio per 6-3.

Un’ emozione unica per chi ama questo sport vedere Rod Laver, leggenda del tennis australiano e mondiale, ultimo tennista a conquistare tutti i tornei del Grande Slam nello stesso anno (Melbourne, Parigi, Wimbledon e New York) a cui è intitolato il campo centrale dell’Australian Open, premiare i due finalisti e consegnare la coppa di vincitore a Re Roger.

Federer ha dimostrato ancora una volta di essere il più grande indiscusso tennista di tutti i tempi. A quasi 36 anni, con naturali acciacchi, a partità di tenuta mentale e fisica è riuscito a sfornare colpi di una purezza e difficoltà tecnica impressionanti.

Un reportorio vastissimo di dritti incrociati, rovesci a tutto braccio, colpi “proibiti” al volo e in top spin, palle tagliate, per non parlare dei servizi precisi e potenti, il gioco a rete praticamente perfetto. Con una ciliegina sulla torta in più: non giocare “su Nadal”, ma in scioltezza, ancora più convinto – se è possibile – di ciò che è e che è stato. Nessun giocatore della storia di questo sport è mai stato completo come lo svizzero, e i numeri delle sue vittorie confermano, anzi lo urlano: 18 titoli del Grande Slam, 6 Finals Tours, 237 settimane consecutive al primo posto del ranking ATP.

Federer leggenda assoluta del tennis e dello sport, dentro e fuori dal campo. In questa sede ci preme di ricordare i numerosi progetti umanitari da lui finanziati in Africa, nel silenzio più totale, senza cercare popolarità o gettarsi in facili campagne moralizzatrici mediatiche.

Possiamo solo dire grazie a questo straordinario atleta e grande uomo, che il tempo ce lo conservi ancora per un po’ ad alti livelli nel tennis, perché solo gli eletti provocano le emozioni più forti.

(di Simone Nasazzi)