Havamal, i consigli di Odino per imparare a essere Uomini

“Non dire bene del giorno finché non è venuta sera; di una donna finché non è stata bruciata; di una spada finché non è stata provata; di una ragazza finché non si è sposata; del ghiaccio finché non è stato attraversato; della birra finché non è stata bevuta.”  (Proverbio Vichingo, Havamal 81)

Si dice che Odino, Padre del Tutto, abbia sacrificato un suo stesso occhio per accedere alla conoscenza suprema. Cavandosi il bulbo oculare e offrendolo in pegno al gigante Mimir, ha potuto attingere alla fonte della saggezza. Alla divinità, tuttavia, è stata concessa la possibilità di bere solamente un sorso. Tale era l’importanza che la società vichinga dava alla conoscenza; perfino Odino, il dio più importante del pantheon germanico, aveva dovuto sacrificare una parte di sé per poter accedere a una porzione limitata di conoscenza.

Noto anche come Bileygr (il Guercio), Odino è sicuramente la divinità più oscura e potente che anima la complessa mitologia scandinava. Grazie al suo sacrificio, egli diventa il patrono di tutte le arti e i saperi relativi alla conoscenza, come la poesia e la musica, la divinazione e la strategia militare. E’ il Guercio, inoltre, a trasmettere agli uomini l’uso della scrittura e il sacro sapere delle rune. Per apprendere il segreto dell’alfabeto runico, Odino è costretto a sottoporsi a un’altra mortificazione fisica: resta infatti appeso per nove giorni e nove notti all’albero cosmico Ygdrassil.

L’episodio di Odino e della scoperta delle rune è ben descritto all’interno dell’Havamal, dove è il dio in persona a raccontare la sua ricerca di conoscenza. L’Havamal è la seconda composizione dell’Edda poetica, raccolta di poemi scandinavi tratti dal manoscritto islandese Codex Regius. Pur essendo stata redatta in epoca cristiana, trae origine dalla complessa mitologia germanica. Si tratta di un lungo monologo, composto per la maggior parte da massime che riguardano ogni aspetto della conoscenza, concentrandosi in particolar modo sul vivere bene e sulla quotidianità. Odino, che è colui che parla nell‘Havamal, trasmette all’uomo gli insegnamenti della sua saggezza, per aiutarlo a vivere meglio con sé stesso e con i propri simili. E’ un testo fondamentale per comprendere il modo di vivere e di pensare degli antichi vichinghi, fatto di vita contadina, violenza e rude eroismo. L’Havamal ci fornisce anche alcune preziose lezioni sull’utilizzo dei canti magici e delle rune.

Un testo sacro, dunque, dove il dio scandinavo più importante si rivolge agli uomini per aiutarli a vivere meglio e ad avvicinarsi alla conoscenza suprema. Conoscenza che passa dalle cose più semplici della vita, come il rispetto degli amici, il rapporto con la propria donna e l’affetto verso i propri cari. E’ come se Odino volesse insegnarci che, se si vuole arrivare alla saggezza, come prima cosa è fondamentale imparare a vivere bene nel mondo in cui ci troviamo e con le persone che abbiamo accanto. Il termine norreno Havamal si traduce in italiano con “La canzone di Harr”, dove Harr (che vuol dire l’Eccelso) altro non è che uno dei numerosi soprannomi dello stesso Odino.

L’Edda poetica, assieme all’Edda in prosa di Snorri Sturluson, è il testo fondamentale per conoscere l’antica cultura scandinava e germanica. In essa sono conservate le memorie, le storie e le mitologie ancestrali del popolo vichingo. Un enorme bagaglio culturale che, non solo è stato fonte d’ispirazione per numerosi capolavori della letteratura moderna (basti pensare per esempio a Tolkien), ma che ha anche gettato le basi per l’epica nazionale tedesca e scandinava. Ascoltare i consigli che Odino ha scelto di darci significa, in definitiva, imparare a essere Uomini ed Europei.

(di Andrea Tabacchini)